STORIA, MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE turano lodigiano

Storia

In epoca romana da Turano Lodigiano passava la diramazione secondaria della via Mediolanum-Placentia che si staccava da Laus Pompeia (Lodi Vecchio) e che raggiungeva Cremona. 

La prima attestazione storica della località di Turano è inerente al transito del vescovo di Pavia San Siro, che nell’anno 69 attraversò questi territori per raggiungere la propria sede vescovile. 

Il documento più antico nel quale si può trovare espressamente riportato il nome di Turano risale però al 924.

Si tratta di un documento di vendita relativo a beni ceduti dal nobile Pietro Sommariva ai Vignati di Lodi, e fa riferimento ai resti di un Castri de Turano, castello probabilmente devastato dagli Ungheri discesi nella penisola. 

Nel X secolo Turano apparteneva al monastero di santa Cristina.

La località Tuiranum o Turanum ricorre in numerosi documenti, testamenti e atti notarili relativi a cessioni, lasciti, acquisti, investiture e contese tra esponenti delle famiglie nobili del lodigiano e alcuni vescovi di Lodi. 

Nel XVI secolo il feudatario, conte Lorenzo Mozzanica, fece erigere a Turano il convento di San Lorenzo (oggi non più esistente), affidandolo ai Servi di Maria.

I beni del feudo passarono nel corso dei secoli a varie famiglie nobili, fino a giungere nelle disposizioni dei Calderari. 

Sull'area in cui in passato era sorto il castello, essi costruirono un palazzo, tuttora esistente, Palazzo Calderari. 

Ora di proprietà privata, fu sede di una scuola femminile delle Madri Canossiane di Lodi a partire dal 1900 fino al 1980. 

In età napoleonica (1809-16) Turano fu frazione di Melegnanello, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1869 furono annessi a Turano i comuni di Melegnanello e Robecco Lodigiano, soppressi.

Nel 1928 Turano assunse il nome ufficiale di Turano Lodigiano,[10] per distinguersi da altre località omonime sul territorio nazionale.




 

Monumenti e luoghi d'interesse

Chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

La chiesa, che ha il titolo di parrocchiale, risale al XVI secolo, eretta per volere del conte Lorenzo Mozzanica e dei nobili Vignati. 

L'impianto decorativo dell'edificio presenta, tra gli altri, alcuni affreschi di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, che ha lavorato anche presso il Tempio Civico dell'Incoronata di Lodi e la Certosa di Pavia.

Palazzo Calderari

Costruito molto probabilmente nel luogo in cui sorgeva l'antico castello di Turano, fu edificato tra il 1675 e il 1723 dalla famiglia Calderari. 

Dopo essere passato nelle disponibilità di diversi proprietari, ospitò dal 1900 una scuola femminile delle Madri Canossiane di Lodi e un ricovero per sordomute. 

Attualmente è tornato ad essere di proprietà privata, ed è aperto in occasione di feste e ricevimenti. La struttura è a pianta quadrata, con una corte al centro. L'apparato decorativo interno risale al XVIII secolo.

In passato ornavano i parapetti quattro grandi leoni di granito. 

Attualmente due sono collocati all'inizio del viale che immette alla Cascina Mairaga a Turano, e due sono all'ingresso della strada che immette alla Cascina Griona a Ospedaletto Lodigiano.





Dove sono collocati i sassi

Ufficio Postale Via Garibaldi
Asilo via E. Pecchi
Ponte nuovo Via Mirabello
Palazzo Calderari Via Garibaldi
Chiesa Piazza Pace
Panchina Via Melegnanello
Margherita Conad Via Garibaldi
Cane Gobbo Via E. Pecchi
Bar La Fontana Via Garibaldi
Pizzeria Il Golosone Via Garibaldi
Estetista Alessandra Via Garibaldi
Pista ciclabile Località Bisoei
Esercizio Commerciale Rossi Via Garibaldi
Il cervo ristorante Via Matteotti (Melegnanello)
Farmacia Via Gramsci


090

La scarpa rossa è il simbolo della denuncia degli abusi sulle donne e del femminicidio.

203

La violenza è un sintomo di impotenza.

238

Solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande.

274

Le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite.

275

L'albero della vita è simbolo di rinascita. Una donna libera dal suo aguzzino deve avere la forza di rinascere e riprendersi la sua vita.

328

La panchina presente in molti comuni vuole essere un omaggio a tutte le donne che hanno perso la vita a causa di uomini troppo violenti.

369

...E ricorda che l'amore non colpisce in faccia mai...

373

Il fiocchetto rosso rappresenta il simbolo della lotta contro la violenza.

394

La violenza sulle donne non può fermare la potenza del cuore delle donne.

411

Rappresenta il cuore incatenato ad un'amore che lo distrugge.

416

Rappresenta il cuore torturato di donne oggetto di violenza.

434

La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà e la vita delle persone.

436

Tu vali, e una donna che vale fa paura a chi non vale nulla.

441

Passo dopo passo...insieme contro la violenza sulla donna.

444

Una donna è il suo cerchio completo. Dentro c'e' il potere di creare, nutrire e trasformare.