STORIA, MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE somaglia
 

Storia


Dolcemente adagiato sul terrazzo morfologico del Po, si può affermare con certezza che il luogo che oggi si
chiama Somaglia esistesse fin dal tempo degli antichi Romani, ciò è infatti confermato dai ritrovamenti di
monete dell’alto impero che sono avvenuti nel 1896 arando un campo nei pressi di San Martino Pizzolano.

Il primo documento scritto che attesta l’esistenza di una comunità in questo territorio è un diploma imperiale
di Ottone III del 997 d.c., che lo identifica con “Mons Oldratus”, dotato di Castello probabilmente distrutto nel
1350. La stessa località è riportata in una bolla pontificia del 1261 con la citazione “Ecclesia Santae Mariae
de Monte Oldrato loci Somalea sue Roncalia” (Chiesa di Santa Maria di Monte Oldrato luogo della Somaglia
ovvero Roncaglia) che porta le origini di Somaglia alla antica Roncaglia, sede delle diete di Federico
Barbarossa.

Nel XIV secolo Bernabò Visconti, vicario imperiale, tolse alla moglie Regina della Scala il territorio di
Somaglia con Castelnuovo di Roncaglia ed altre terre a lei donate e investì del feudo i nobili Cavazzi (10
luglio 1371) che aggiungeranno al proprio cognome “Della Somaglia” ovvero della “Somma-area”.

“La famiglia dei conti Cavazzi della Somaglia”, il cui albero genealogico ascende all’anno 1102, trae le sue
origini da una famiglia spagnola dell’Asturia la quale prima si chiamava Aquilaros De La Capeca di seguito
furono chiamati Capaci o Capeci, avendo il capo della famiglia vincitore nella guerra di Mauritania tagliato la
testa del Capitano nemico, per il che la testa di quel Moro rimane tra le insegne della famiglia. Nel 1980
l’ultima contessa e baronessa Guendalina Cavazzi della Somaglia donò al Comune di Somaglia il Castello
avito. Il casato dei Cavazzi della Somaglia si è estinto nel 1996.

A due chilometri e mezzo dal capoluogo (nord-ovest) sorge la comunità di San Martino Pizzolano.
Anticamente si chiamava San Martino d’Ario, posto sulla strada romana Piacenza – Laus Pompeia (Lodi
Vecchio). Fino al 1809 fu Comune autonomo col nome di Pizzolano con San Martino del Pizzolano; con il
riassetto napoleonico del territorio viene aggregato al Comune di Casalpusterlengo e con la caduta di
Napoleone nel 1816 ottiene nuovamente l’autonomia. Con l’unità d’Italia ed il conseguente riordino
territoriale secondo le direttive del nuovo regno nel 1882, il Comune di Pizzolano viene definitivamente
aggregato al Comune di Somaglia.





Monumenti e luoghi d'interesse
Preziose testimonianze storiche e architettoniche del territorio sono il Castello Cavazzi e le due parrocchiali,
oltre alla chiesa settecentesca, nota in zona come “chiesa vecchia”.
Piazza Giulia merita una visita: era l’aia di una vecchia cascina: vi si essiccava il mais tra i tanti animali da
cortile che razzolavano. Completamente riqualificata è oggi una moderna agorà, perfettamente inserita nel
contesto urbano e adatta all’organizzazione di eventi pubblici.
Allargando il proprio orizzonte altre l’area urbanizzata sono sicuramente di notevole suggestione e fascino gli
scorci sul Po che si aprono lungo il percorso dell’argine maestro, i mulini, come quello di Monticchie
completamente restaurato o quelli della Colombara e di San Maurizio che giacciono diroccati e invasi di
rampicanti pur essendo attestazione tangibile di un passato agricolo tanto importante per il paese.
Cascina San Luca, che poggia su un piccolo colle che sovrasta la piatta campagna di qui, mantiene l’incanto
di un piccolo mondo contadino.
Le ciclabili e i sentieri campestri, che numerosi solcano la zona, regalano panorami ancora intatti sul
paesaggio agricolo: coltivazioni, grandi alberi isolati, macchie boscate, sono la prova che qui i territorio è un
valore e le comunità sono impegnate nella sua tutela.




Dove sono collocati i sassi

1 castello cavazzi

2 mura spagnole di via IV Novembre

3 viale delle Rimembranze

4 Chiesa BV Assunta parrocchiale Somaglia

5 municipio

6 piazza cascina Giulia

7 cappella Beata Vergine della Consolazione ai Castagnoni

8 chiesa di San Rocco parrocchiale di San Martino Pizzolano

9 mulino Monticchie

10 scuola infanzia Somaglia

11 bosco di Monticchie

12 vialetto di accesso a cascina San Luca

13 strada sterrata dell’Ancona (imbocco fra le cascine Castellina di sopra e di sotto)

14 chiesetta della Cascina Careggio

16 giardino botanico

17 Scuola primaria

18 Scuola infanzia San Martino

19 costa Fagioli Edicola Crocifisso

20 parco Tav outdoor – impianti sportivi (nuovo sito per lo sport in costruzione

  

094

La scarpa rossa è il simbolo della denuncia degli abusi sulle donne e del femminicidio.

179

Solo un piccolo uomo usa la violenza sulle donne per sentirsi grande!!!

198

L'albero della vita è simbolo di rinascita. Una donna libera dal suo aguzzino deve avere la forza di rinascere e riprendersi la sua vita.

226

La panchina presente in molti comuni vuole essere un omaggio a tutte le donne che hanno perso la vita a causa di uomini troppo violenti.

229

Rappresenta il cuore torturato di donne oggetto di violenza.

242

La mano rappresenta la forza di fermare la violenza.

245

Il fiocchetto rosso rappresenta il simbolo della lotta contro la violenza.

269

Il motto del violento: "Vivi e lascia lividi".

296

Nessuna donna che non controlla il proprio corpo può definirsi libera.

306

La violenza sulle donne non può fermare la potenza del cuore delle donne.

337

Senza una famiglia, l'uomo solo nel mondo trama di freddo.

343

La scelta ultima di un uomo quando è portato a trascendere se stesso è creare o distruggere, amare o odiare.

344

Solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande.

361

I diritti delle donne sono i doveri degli uomini!!!

367

Se mai abbasserò la testa...sarà solo per ammirare le mie scarpe!!!

381

Integer ac vehicula eros, sed dictum sapien.

388

Il mostro non dorme sotto il letto, il mostro può dormire accanto a te.

401

Rappresenta il cuore incatenato ad un'amore che lo distrugge.