Storia
I busti di marmo collocati ai lati del palazzo municipale, raffiguranti i due «padri fondatori» della città: a sinistra Gneo Pompeo Strabone, a destra Federico Barbarossa
Lodi lega le sue origini alla distruzione di Laus Pompeia, antico villaggio dei Celti Boi e in seguito municipium romano, ribattezzato nell'89 a.C. in onore del console Gneo Pompeo Strabone.
Essendo situata sulla confluenza delle strade che da Placentia (Piacenza) e da Acerrae (Pizzighettone) portavano a Mediolanum (Milano), e nel punto di incrocio con la strada che da Ticinum (Pavia) proseguiva fino a Brixia (Brescia), Laus era un nodo di primaria importanza e divenne un fiorente borgo commerciale e agricolo.
Dopo essere passata sotto il controllo dei Longobardi (VI-VIII secolo) e successivamente dei Franchi (VIII-IX secolo), il 24 maggio 1111 Laus Pompeia fu rasa al suolo dai milanesi in seguito a un periodo di assedio. Gli accordi di pace prevedevano il divieto di ricostruire gli edifici distrutti.
Quasi cinquant'anni dopo, il 3 agosto 1158, la città fu rifondata dall'imperatore Federico Barbarossa non sulle rovine di Laus Pompeia (dove oggi sorge Lodi Vecchio) ma lungo le rive dell'Adda, per consentirle una posizione di maggior controllo sul territorio.
Il sovrano accordò a Lodi straordinari privilegi, malgrado i quali la città crebbe con difficoltà: nel 1167 fu obbligata dai milanesi ad aderire alla Lega Lombarda e a partecipare alla battaglia di Legnano del 1176.
Nel XIII secolo Lodi continuò a svilupparsi grazie alla protezione di Federico II.
A partire dal 1251 si susseguirono le signorie dei Vistarini, Torriani, Visconti, Fissiraga e Vignati, finché nel XIV secolo il Contado di Lodi divenne dipendente dal Ducato di Milano, inizialmente sotto i Visconti che fecero costruire il maestoso castello di Porta Regale (1355-1370) e in seguito sotto gli Sforza che, con Francesco, ampliarono e consolidarono il sistema difensivo mediante la costruzione di due fortificazioni ai capi del ponte sull'Adda.
In età rinascimentale si svolsero a Lodi importanti avvenimenti storici: nel 1413 l'antipapa Giovanni XXIII e l'imperatore Sigismondo convocarono dal Duomo di Lodi il Concilio di Costanza, che avrebbe poi risolto lo Scisma d'Occidente.
Il 9 aprile 1454, gli Stati preunitari italiani firmarono la pace di Lodi, che garantì quarant'anni di stabilità politica. Questo segnò anche uno dei periodi più felici della storia lodigiana dal punto di vista culturale, in particolare sotto il vescovato di Carlo Pallavicino.
Nelle età successive Lodi cadde sotto il dominio spagnolo, austriaco e francese.
Questo corrispose a un periodo di declino e di rallentamento della crescita demografica, soprattutto in epoca spagnola, quando la città fu ridotta a una vera e propria fortezza.
Il 10 maggio 1796, Napoleone Bonaparte sconfisse gli austriaci nella celebre battaglia del ponte di Lodi, aprendosi la strada per la conquista di Milano.
Nella seconda metà dell'Ottocento, la città cominciò a espandersi all'esterno delle antiche mura medievali, soprattutto in seguito all'apertura della linea ferroviaria Milano-Piacenza nel 1861 e all'insediamento delle prime industrie (tra cui la Polenghi Lombardo nel 1870).
Verso la fine del secolo ebbero luogo i primi scontri sociali tra i nascenti partiti di massa.
I lodigiani ricoprirono un ruolo importante durante la Resistenza: le azioni del Comitato di Liberazione Nazionale, costituito in città nell'ottobre 1943, si concentrarono nel corso del 1944 culminando con l'attentato mortale a un gerarca fascista.
La rappresaglia fu durissima ed entro la fine dell'anno vennero fucilati undici partigiani presso il poligono di tiro a segno.
Lodi fu liberata dal CLN il 27 aprile 1945: quando giunsero gli Alleati da Piacenza, trovarono la città completamente libera.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Duomo (Basilica Cattedrale della Vergine Assunta)
È il monumento più antico e importante di Lodi, oltre che una delle chiese più vaste dell'intera Lombardia. La sua costruzione venne simbolicamente intrapresa il 3 agosto 1158, giorno stesso della fondazione della città, ed ebbe termine nel 1284.
La facciata asimmetrica in cotto è tipicamente romanica, pur essendo caratterizzata da un alto protiro gotico e da un grande rosone rinascimentale; il campanile, realizzato fra il 1538 e il 1554 su progetto del lodigiano Callisto Piazza, rimase incompiuto per motivi di sicurezza militare.
L'interno, a tre navate coperte da volte a crociera, custodisce notevoli opere d'arte, tra cui un polittico di Callisto Piazza.
La parte più antica dell'edificio è la cripta, in cui sono conservate le spoglie del patrono san Bassiano; nell'absidiola di sinistra, inoltre, si trova un gruppo scultoreo del Quattrocento raffigurante un Compianto sul Cristo Morto.
Tempio Civico della Beata Vergine
Incoronata
Collocato in una caratteristica via molto stretta nei pressi di piazza della Vittoria, è considerato un capolavoro del Rinascimento lombardo e rappresenta il monumento più prestigioso della città sotto il profilo artistico.
Progettato nel 1488 da Giovanni Battagio, fu costruito a spese del comune come espressione della religiosità popolare sul luogo di un postribolo.
Il tempio si presenta come una piccola costruzione a pianta ottagonale, coperta da una cupola a otto spicchi sormontata da una lanterna; il campanile a punta e la facciata furono completati in epoche successive.
L'interno è impreziosito da sontuose decorazioni in oro e ospita numerosi affreschi, tavole e tele realizzati tra la fine del Quattrocento e gli inizi dell'Ottocento dal Bergognone, dalla bottega dei Piazza e da Stefano Maria Legnani; gli spicchi della cupola furono affrescati nel XIX secolo da Enrico Scuri.
Chiesa di San Francesco
Fu costruita tra il 1280 e il 1307. La facciata in cotto, rimasta incompiuta poco sopra il rosone marmoreo, è caratterizzata da un alto protiro e da due bifore «a cielo aperto» che rappresentano il primo esempio di una soluzione architettonica che si diffuse in tutta l'Italia del nord. L'interno, a tre navate e a croce latina, è decorato da numerosi affreschi risalenti ai secoli compresi fra il Trecento e il Settecento; la chiesa ospita inoltre le spoglie di alcuni lodigiani illustri, tra cui il librettista Francesco De Lemene, la poetessa Ada Negri e il naturalista Agostino Bassi.
Chiesa di San Lorenzo
Si tratta della chiesa più antica di Lodi dopo la Cattedrale.
Nell'interno, a tre navate, sono conservate significative opere d'arte, tra cui due affreschi di Callisto Piazza. La facciata, tipicamente romanica, è caratterizzata da due lesene semicilindriche e da un rosone incorniciato in cotto, al di sopra del quale è collocata l'edicola con la statua del santo.
Chiesa di Sant'Agnese
In stile gotico lombardo del XIV secolo, conserva un'importante opera d'arte: il Polittico Galliani realizzato nel 1520 da Alberto Piazza.
È degno di nota anche il rosone decorato con
maiolica policroma. Accanto alla chiesa sorge l'antico convento dal chiostro
scandito da archi a sesto acuto, trasformato nel corso del XIX secolo in
sontuosa residenza oggi suddivisa in appartamenti privati.
Chiesa di San Filippo Neri
L'edificio, in stile rococò, fu costruito di fronte allo sbocco di una lunga via, in ossequio al gusto scenografico dell'epoca.
L'interno, a croce greca, è completamente ornato da preziosi affreschi risalenti al XVIII secolo.
Palazzo Vescovile
Edificato in epoca medievale e rinnovato nel corso del Settecento dall'architetto Antonio Veneroni (in collaborazione con i fratelli Sartorio), è caratterizzato da una struttura massiccia e austera.
Degno di nota è il cortile con colonne binate.
L'interno elegante presenta alcuni ambienti decorati nel XVIII secolo: da segnalare la ex cappella vescovile e gli affreschi di Carlo Innocenzo Carloni.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Venne edificata tra il 1669 e il 1743 per ospitare un'immagine sacra della Vergine, ritenuta miracolosa. L'interno a croce greca è completamente decorato da affreschi, tele e stucchi; una cappella laterale accoglie il sepolcro neoclassico di Maria Cosway, benefattrice della città.
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Situata nei pressi del fiume Adda, in una posizione leggermente decentrata rispetto al cuore del centro storico medievale, rappresenta il miglior esempio di edificio barocco in città.
Completata nella prima metà del Settecento a eccezione della facciata, la chiesa è caratterizzata da una navata unica con pianta ellittica.
Chiesa di Santa Chiara Nuova
È un ambiente di dimensioni raccolte che ospita notevoli testimonianze artistiche. Si trova in una via molto stretta, tipica della Lodi medievale.
Il piccolo edificio è costituito da due corpi di fabbrica ben distinti, uno romanico e l'altro barocchetto.
Chiesa di San Cristoforo
Opera dell'architetto milanese Pellegrino Tibaldi e sconsacrata dal 1798, ha ospitato nel 1989 una grande mostra dedicata alla famiglia dei pittori Piazza da Lodi e nel 2001 una rassegna sull'opera grafica dell'artista statunitense Andy Warhol.
Ex conventi di San Cristoforo e di San Domenico
Sono adibiti a sede centrale della Provincia di Lodi; degni di nota sono i chiostri interni.
Chiesa di San Gualtero
In stile neoclassico, fu edificata in un'area periferica nel 1835, in occasione della visita dell'imperatore d'Austria Ferdinando I.
L'edificio conserva le reliquie del santo lodigiano cui è dedicato.
Chiesa dei Santi Bassiano e Fereolo
Eretta nella seconda metà del Seicento, ospita al suo interno un coro ligneo a nove stalli.
Architetture civili
Palazzo Broletto
Edificato nel 1284 a fianco della Cattedrale, dopo numerosi rimaneggiamenti si presenta in forme neoclassiche, come risulta evidente dal porticato e dalla loggia superiore, su cui si affaccia la sala del consiglio comunale.
Ai due lati del portico sono collocati il busto di Gneo Pompeo Strabone, che attribuì il titolo di municipium a Laus Pompeia (a sinistra), e quello di Federico Barbarossa, fondatore di Laus Nova (a destra).
Ospedale Maggiore
Il nucleo più antico dell'edificio risale al XV secolo; la struttura venne successivamente ampliata e trasformata in ospedale.
La facciata in stile neoclassico fu realizzata alla fine del Settecento su disegno di Giuseppe Piermarini, lo stesso architetto del Teatro alla Scala di Milano.
All'interno si trova un chiostro con portico, loggiato e decorazioni in cotto del Quattrocento.
Palazzo Mozzanica
Sorto nella seconda metà del XV secolo, è il migliore esempio di dimora patrizia lodigiana.
La facciata è caratterizzata dalla presenza di una fascia marcapiano in terracotta, decorata con corone floreali e figure della mitologia marina; il portale è adornato da medaglioni che raffigurano Gian Galeazzo Visconti, Isabella d'Aragona, Francesco e Bianca Maria Sforza.
Il piano superiore è ricco di affreschi. Secondo lo storico Giovanni Agnelli, vi soggiornò Francesco I re di Francia durante l'estate del 1509.
Palazzo Modignani
Risalente al XVIII secolo, ospitò numerosi personaggi illustri tra cui Napoleone Bonaparte e l'imperatore austriaco Francesco Giuseppe.
È presente un ampio cortile interno al quale si accede tramite una cancellata in ferro battuto di Alessandro Mazzucotelli; il piano nobile è riccamente affrescato.
Palazzo Vistarini
Edificato nel Trecento, deve il suo nome all'influente famiglia ghibellina che lo fece costruire.
La struttura si presenta in forme gotiche: la facciata in mattoni è impreziosita da monofore decorate con cornici in cotto; il portico è caratterizzato da archi a sesto acuto e da volte in parte affrescate.
Palazzo Galeano
È un edificio barocco risalente al XVII secolo, ampliato e trasformato in epoche successive.
Palazzo Villani
Eretto nel XVI secolo, è contraddistinto da una facciata cinquecentesca con elementi architettonici barocchi.
Teatro alle Vigne
Si tratta del principale teatro della città.
Originariamente era una chiesa, canonica dell'ordine degli Umiliati; nel 1570 passò ai padri Barnabiti che convertirono l'edificio in istituto superiore di teologia.
Dopo numerosi cambiamenti di destinazione d'uso e una radicale ristrutturazione, nel 1985 divenne sede del teatro.
Palazzo del Governo
Si tratta di uno degli edifici più originali della città dal punto di vista architettonico; è un palazzo di notevoli dimensioni che occupa un intero isolato alle spalle del palazzo municipale e si affaccia su piazza del Mercato.
Realizzato nel 1929 su fondamenta di epoca medievale l'immobile riassume stili differenti: in particolare, il bugnato dell'ordine inferiore richiama l'architettura veneziana.
Dal 1995 è sede della Prefettura di Lodi.
Villa Braila
Storica residenza in stile
liberty, si trova a sud-est del centro cittadino ed è circondata da un esteso
parco pubblico.
Ponte sull'Adda
È un ponte ad archi ribassati che, attraversando il fiume, collega il quartiere Borgo Adda con Revellino-Campo di Marte.
Fu costruito nel 1864 per rimpiazzare l'originario ponte di legno dove si svolse la battaglia di Lodi, bruciato dalle truppe austriache nel 1859, durante la seconda guerra di indipendenza.
Centro direzionale della Banca Popolare di Lodi
Progettato da Renzo Piano e sorto nei pressi della stazione ferroviaria a pochi passi dal centro storico, si sviluppa su oltre 3000 m² e rappresenta la costruzione più interessante della città sotto il profilo architettonico tra quelle della seconda metà del Novecento.
È stato scelto come ambientazione per alcuni spot pubblicitari.
Architetture militari
Mura di Lodi
La prima opera difensiva della città – già protetta su tre lati dalle paludi dell'Adda – consisteva in una semplice palizzata di legno protetta da un fossato nel quale fu fatta scorrere la roggia Molina; in questo modo Lodi era diventata praticamente un'isola.
La costruzione delle mura ebbe inizio il 3 agosto 1160, alla presenza di Federico Barbarossa, del vescovo Alberigo Merlino e dell'architetto cremonese Tinto Muso de Gata, e terminò nel 1211.
Queste erano alte almeno sei o sette metri e i merli erano a coda di rondine in quanto la città era ghibellina. Nel periodo sforzesco i sistemi di protezione si svilupparono particolarmente nei pressi del fiume, con la costruzione del rivellino sulla sponda cremasca e delle due torri alle estremità del ponte sull'Adda.
Nel 1607, in epoca spagnola, furono edificati dei baluardi molto estesi che si estendevano verso la campagna, dando alla città una struttura «stellata». Divenuti obsoleti e inutilizzabili, in epoca austriaca furono abbattuti rapidamente a metà del Settecento, sostituiti dalla strada di circonvallazione.
Le mura antiche furono in gran parte demolite nel XX secolo a causa dell'espansione edilizia; al giorno d'oggi, in diversi punti della città ne rimangono tracce, tra cui la Specola di San Vincenzo nei pressi del parco dell'Isola Carolina.
Castello Visconteo e Torrione
Si tratta di una tipica fortezza medievale, andata in buona parte distrutta; il suo alto e massiccio Torrione è uno dei simboli più noti della città.
L'edificio non può essere visitato poiché è occupato dagli uffici della Questura di Lodi.
Porta Cremona
È l'unica rimasta fra le antiche porte di accesso alla città.
Il suo aspetto attuale è dovuto al completo rifacimento realizzato tra il 1790 e il 1792 dall'architetto Antonio Dossena.
Vie e piazze
Piazza della Vittoria
Denominata «piazza Maggiore» fino al 1924, rappresenta il cuore della città: su di essa si affacciano, in particolare, il Duomo e il palazzo municipale (palazzo Broletto).
Caratterizzata da una pianta quadrangolare, è un raro esempio di piazza porticata su tutti i quattro lati. Tale singolare peculiarità, unita all'eleganza dei palazzi che vi si affacciano (molto vari per colori e dimensioni), la rende un luogo particolarmente suggestivo, tant'è che il Touring Club Italiano l'ha inserita nel 2004 nella lista delle piazze più belle d'Italia.
La selciatura della piazza, nel tipico «ricciato» lombardo costituito da ciottoli di fiume, risalirebbe al 1471 oppure, secondo alcune fonti, al XVIII secolo.
Piazza Broletto
È un'area di forma trapezoidale, di dimensioni ridotte, chiusa fra i portici di palazzo Broletto e il fianco sinistro del Duomo.
In epoca medievale essa rappresentava il fulcro della vita pubblica cittadina, ora è sede dell'autorità municipale.
Al centro è collocata una fontana in marmo rosa di Carrara, ricavata dal fonte battesimale della Cattedrale e risalente al XIV secolo.
È un'area pedonale.
Piazza del Mercato
È una piazza di forma rettangolare, anch'essa pavimentata con il tipico «ricciato», su cui si affacciano l'abside del Duomo, un'ala secondaria di palazzo Broletto, il palazzo del Governo e il palazzo Vescovile.
Nei giorni di sabato e domenica vi si tiene, come da tradizione, il mercato ambulante.
Piazza Castello
Si tratta di una piazza di dimensioni piuttosto ampie, adibita ad area pedonale a eccezione della fascia centrale che è aperta al traffico veicolare; prende il nome dal Castello Visconteo che vi si affaccia.
Spicca inoltre una statua dedicata a Vittorio Emanuele II, celebrativa dell'unità d'Italia.
La piazza confina con il parco dell'Isola Carolina.
Piazza Ospitale
Chiamata comunemente «piazza San Francesco», è cantata in alcune opere della poetessa Ada Negri. Questa piazza rettangolare, anch'essa pavimentata con il «ricciato» e adibita ad area pedonale, è caratterizzata dalla presenza della chiesa di San Francesco e della facciata dell'Ospedale Maggiore; vi si trova inoltre una statua raffigurante lo scienziato Paolo Gorini.
Piazza San Lorenzo
Si tratta di una piazza molto piccola, quasi nascosta fra un intrico di vie strette e tortuose tipiche del centro storico medievale di Lodi; la sua atmosfera raccolta ma luminosa ricorda un campiello veneziano.
La piazza deriva il nome dall'omonima chiesa che vi si affaccia ed è anch'essa un'area pedonale.
Corso Roma
Ha origine da piazza della Vittoria ed è molto frequentato in virtù delle numerose attività commerciali. Analogamente ad altre vie del centro cittadino, offre quale principale motivo di interesse la presenza dei palazzi in stile liberty e dei suggestivi cortili interni delle abitazioni signorili.
Aree naturali
Parco dell'Isola Carolina
Situato a ridosso del centro storico, nelle immediate vicinanze di piazza della Vittoria e di piazza Castello, deve il suo nome alla cascina Carolina che a sua volta fu battezzata così nel 1825 in onore di Carolina Augusta di Baviera, moglie dell'imperatore Francesco I d'Austria.
Il parco ha una superficie di circa 50000 m² e venne realizzato a metà degli anni cinquanta del XX secolo grazie a una donazione di Enrico Mattei che volle in questo modo ricompensare la città presso la quale erano stati scoperti degli importanti giacimenti di gas naturale.
Mattei non badò a spese e fece piantumare delle essenze di notevole interesse botanico, selezionate presso il lago di Como.
Dal 2006 ospita la sede del Parco Adda Sud.
Giardini pubblici Federico Barbarossa
Sono collocati quasi nel cuore del centro cittadino, lungo viale IV Novembre: occupano l'area che costituisce lo spianamento del fossato in cui sino agli anni trenta del Novecento scorreva la roggia Molina, che fra il 1931 e il 1937 venne canalizzata e coperta grazie al progetto dell'architetto locale Giovanni Attilio Fugazza.
Il nucleo originario dei giardini risale però al 1835, anno della visita alla città da parte dell'imperatore Ferdinando I d'Austria.
Al centro si erge il monumento alla Resistenza, opera del 1967 dello scultore Gianni Vigorelli.
Lungo Adda Bonaparte
Permette di passeggiare nei pressi del fiume Adda, a contatto con la vegetazione fluviale; era uno dei luoghi prediletti dal poeta Giosuè Carducci quando visitava Lodi.
Bosco del Belgiardino
Si tratta di una piccola oasi naturalistica situata sulle rive dell'Adda, al confine con il territorio di Montanaso Lombardo; dall'area hanno origine numerosi sentieri che permettono di visitare i boschi circostanti, parzialmente trasformati in orto botanico, in cui inoltre vivono uccelli acquatici come gallinelle d'acqua, germani reali, cigni, aironi e tuffetti.
Durante l'estate diventa un centro ricreativo grazie alla presenza di una piscina gestita dal Comune di Lodi.
Grande foresta di Lodi (bosco Valle Grassa-Coldana-Sant'Antonio)
È un'area di notevole interesse naturalistico, realizzata a cura della Provincia di Lodi tramite un finanziamento della Regione Lombardia.
Situata nelle vicinanze del centro abitato, può essere visitata grazie alla presenza di percorsi ciclopedonali. Si tratta di un rimboschimento realizzato con specie arboree e arbustive autoctone, con destinazione giuridica permanente a bosco.
Dove sono collocati i sassi
I Sassi sono stati posizionati in diversi punti del paese di cui le foto e posizioni sono riportate sotto.
La scarpa rossa è il simbolo della denuncia degli abusi sulle donne e del femminicidio.
Il fiocchetto rosso rappresenta il simbolo della lotta contro la violenza.
La scarpa rossa è il simbolo della denuncia degli abusi sulle donne e del femminicidio e molte volte sono ragazze molto giovani.
La violenza è una malattia che danneggia tutti coloro che lo usano, indipendentemente dalla causa!!!
Una donna non dovrebbe mai difendersi da chi ama. Questa è la prima e unica regola che un vero uomo conosce!!!
Chi è violento con le parole è già un'assassino. Le parole sono le prime armi sempre a disposizione per ferire e negare la vita di un altro!!!
Realizzato da: Bonatti Nicolas e Bonatti Cristian Federico