STORIA, MONUMENTI E LUOGHI d' INTERESSE
BOFFALORA D'ADDA

Storia

Nel Medioevo appartenne al Vescovo di Lodi, nel 1600 Boffalora fu feudo della famiglia Destrieri; nel 1632 il feudo passò al marchese Lancellotto Corrado di Lodi; nel 1662 il feudo divenne contea a favore di Alfonso Corrado ed infine, nel 1762, la contea stessa venne conferita ai Barattieri.

In età Napoleonica(1809-16) Boffalora fu frazione della città di Lodi, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.

Nel 1816 Boffalora fu inserita nel VII distretto, quello di Pandino, della provincia di Lodi e Crema, allora costituitasi; alla cessazione di questa nel 1859, il paese risultò situato nella provincia di Milano (circondario di Lodi).

Nel 1863 Boffalora assunse il nome ufficiale di Boffalora d'Adda, per distinguersi da altre località omonime.

Nel 1978, a Boffalora d'Adda, in pieno centro abitato, in seguito a degli scavi è emerso un corredo costituito da una croce d'oro e ornamenti di uno scudo. A Boffalora esisteva certamente anche un monastero, nel quale vivevano le monache di clausura dell'Ordine dei Servi di Maria Vergine dello Spasimo, osservanti le regole di Sant’Agostino. Per la sua posizione strategica fu teatro di notevoli fatti d'arme. Tracce dell'antico castello si trovano nel cortile di un'azienda agricola.

Non è certa la provenienza del nome del paese, e ci sono tre interpretazioni accreditate: dalla parola di origine tedesca Wulfhari; dalla fusione delle parole "Boffa l'Ora", o "Boffa l'Aura" che significa "Soffia il vento"; dalla deformazione delle parole tardo-latine "Bufalus Ora", "Zona dei bufali".





Monumenti e luoghi d'interesse

·       Palazzo Municipale - fu realizzato nel 1933 per iniziativa del podestà di allora, dottor Maggi, medico benemerito in Lodi, attivissimo nell'ambito delle opere assistenziali. La colonia fluviale, costruita nel 1941, fu gradualmente eliminata dal fiume Adda stesso, a causa della variazione del suddetto corso d'acqua.

·       La Chiesa Parrocchiale - fu ricostruita totalmente nel 1590, una ottantina di anni dopo la sua realizzazione avvenuta nel 1513 sotto il pontificato di Leone X e l'episcopato di Ottaviano Maria Sforza. La parrocchia è dedicata alla Natività della Beata Vergine e comprende tutto il territorio comunale, ad eccezione della cascina Bell'Italia, che rientra invece nella parrocchia di Montanaso Lombardo. La Chiesa fu restaurata nel 1954 dall'allora arciprete don Luigi Bravi, è stata recentemente ridecorata ed arricchita da un pregevole altare per iniziativa dell'arciprete don Paolo Gatti. Nella chiesa è conservato un pregevole quadro ad olio di Scipione Piazza, rappresentante la Madonna in alto seggio, con Santa Elena e Santa Monica ai lati e San Macario e San Cristinziano più in basso. L'altare maggiore in marmo, infine, proviene dall'antica chiesa di San Michele in Lodi, risalente al XIII secolo.



Dove sono collocati i sassi

Comune: via umberto I 32

Piazzetta dei mestieri - via pagani

Via Roncadello 

Asilo Via Vittorio Veneto 2

Casa dell' acqua - Via vittorio (vicino asilo)

Scuola primaria Via Roma

Parco Via don Luigi bravi

Parco via Mons Signor Paolo Gatti 

Via Papa Giovanni XXIII

Non solo pane Via della chiesa 7

Cimitero Via don Luigi Bravi 

Parco delle rose - via cascina Olmo 


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La mano rappresenta la forza di fermare la violenza.

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Il fiocchetto rosso rappresenta il simbolo della lotta contro la violenza.

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La panchina presente in molti comuni vuole essere un omaggio a tutte le donne che hanno perso la vita a causa di uomini troppo violenti.

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Rappresenta il cuore torturato di donne oggetto di violenza.

029

Come bruciano le lacrime, come sembrano infinite. Nessuno vede le ferite che portate dentro di voi.

032

La violenza contro le donne è anche quando l'uomo dice frasi come "te la sei cercata" o "avete voluto la parità".

036

La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti.

040

Un vero uomo conquista con la forza del cuore non delle mani.

045

Passo dopo passo insieme contro la violenza sulla donna!!!

047

Fermiamo la violenza sulle donne, ricostruirsi un futuro è possibile.

075

La scarpa rossa è il simbolo della denuncia degli abusi sulle donne e del femminicidio.

138

L'albero della vita è simbolo di rinascita. Una donna libera dal suo aguzzino deve avere la forza di rinascere e riprendersi la sua vita.